venerdì 17 novembre 2006

Morfologia e acqua

Il deserto è un luogo che a prima vista potrebbe sembrare immobile. In realtà, le rocce si screpolano e si frantumano in parti più piccole, chiamate detriti. I detriti, a seconda delle loro dimensioni, formano la ghiaia o la sabbia.

Questa disgregazione è dovuta a tre fattori tipici della regione desertica:

  • Forte escursione termica
  • Mancanza di umidità
  • Mancanza di vegetazione

L’escursione termica provoca la frantumazione delle rocce, mentre la mancanza di umidità e di vegetazione rendono il terreno fragile e sottoposto all’azione del vento.

Il vento trasporta infatti i detriti in cumuli chiamati dune, che si muovono e cambiano forma e dimensioni continuamente.
I detriti più piccoli vengono spostati dal vento tramite sospensione, cioè si spostano sospesi in aria, arrivando talvolta a grandi altezze (anche 3 km). I detriti più grandi vengono spostati per saltazione, cioè rimbalzando e rotolando sul terreno.

Dopo periodi di forte vento, il cielo può rimare offuscato a causa dei piccoli detriti anche per interi giorni. Talvolta, questi detriti possono ritornare a terra con le rarissime piogge: l’acqua assume in questi casi un colore rossastro.

Distinguiamo tre tipi di deserti:

  • pietrosi
  • ghiaiosi
  • sabbiosi

In alcune regioni il terreno può anche essere coperto di sale: queste regioni erano in origine fondali di antichi laghi o mari.




















Nei deserti l’acqua è forse il bene più prezioso, proprio perché elemento strettamente collegato alla vita degli esseri viventi e così raro nelle regioni desertiche.
Le piogge nel deserto sono tremendamente scarse, basti pensare che in media si aggirano attorno ai 250 mm annui, contro gli 825 di Firenze, i 1178 del Lago di Iseo.
A questo punto, per rendere meglio l’idea, mostriamo tre diverse quantità d’acqua, in un piccolo misurino e in contenitori via via più grandi.





Oltre che scarse, le piogge sulle regioni desertiche evaporano molto velocemente a causa delle elevate temperature.
La vita nel deserto, come altrove, è comunque legata alle acque. E la presenza di acqua, a sua volta, è collegata al concetto di oasi.
Un'oasi è un’area di vegetazione isolata in un deserto, che di solito circonda una sorgente o una simile fonte d'acqua. La formazione di un’oasi è legata alle precipitazioni di pioggia: quando piove, parte dell’acqua penetra nelle profondità del terreno (questo accade dappertutto, non solo nei deserti), e scende sottoterra finché non incontra uno strato di roccia impermeabile. Qui l’acqua si ferma e forma una riserva sotterranea, chiamata falda. Quando l’acqua di una falda incontra una depressione del suolo (ad esempio una valle, un abbassamento del livello del suolo), essa trova un “canale” per tornare in superficie, generando così le oasi.

Il fabbisogno giornaliero per un adulto è di un litro e mezzo, ma molto dipende dalla quantità di liquidi persi con la traspirazione.
La sudorazione è un meccanismo fondamentale per la regolazione della temperatura corporea: per evitare di disperdere eccessive quantità di liquidi si possono adottare gli usi e le abitudini delle popolazioni che da sempre convivono con questo problema. I touareg per esempio, sono sempre abbigliati con diversi strati di tessuto che li ricoprono interamente. Molto adatto alla situazione è il tipico copricapo touareg: lo shesh. Si tratta di una fascia di cotone lunga sino a 6 metri che viene avvolta attorno al capo e al viso proteggendo anche bocca e naso, contribuendo così a conservare l'umidità contenuta nel nostro respiro. Assolutamente da evitare l'errore di scoprirsi eccessivamente (non vedrete mai un touareg spogliarsi al sole!) o di esporsi al sole a torso nudo. La disidratazione e la perdita di sali minerali può causare gravissime conseguenze, con dolori articolari e senso di spossatezza.



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